«Alice Carta non era un'investigatrice di professione. Alla morte del padre aveva ereditato una florida industria di accessori nautici cui si dedicava - dopo aver lasciato l'insegnamento della filosofia a disinteressati liceali - con passabile soddisfazione e quella che per lei era una discreta organizzazione del tempo.Le era tuttavia capitato di occuparsi di alcuni misteri e di risolverli. Adesso c'era quella storia così pasticciata, una storia rocambolesca nei dettagli e nelle radici, confusa di passioni mature. C'era finita in mezzo ancora una volta in modo casuale: la vicenda aveva coinvolto l'ambiente della palestra che lei frequentava, con scarsa diligenza, per tentare di tener sotto controllo i dolori alla schiena e al braccio sinistro.»Spinta dal fiuto innato e dalla caparbietà inguaribile e senza smettere di dedicarsi alle sue amate gatte alla musica a qualche scopone scientifico con le amiche - e all'avvocato Ladislao Merec, improbabile principe turchino con i baffi bianchi e gli occhi azzurri - Alice troverà il filo nascosto che conduce alla soluzione del rompicapoAlice Carta, investigatrice insolita, farà molto parlare di sé. [Oreste del Buono]