"Caro lettore, ti ringrazio perché, leggendo le mie poesiole, stai cercando di condividere le emozioni che io ho provato nello scriverle e continuo a provare nel leggerle. Ho scritto che queste sono "poesie in dialetto fabrianese" solo per indicare che è principalmente dalla gente che vive in questa città che esse sono ben comprese. Come sai il dialetto è una lingua viva e, come tale, cambia nel tempo perché lo scopo che il poeta si prefigge è quello di condividere ciò che "sente" con chi lo legge ora. Quando corro alla tastiera per mettere sulla carta una poesia, io ne sto sentendo la musica oltre alle parole, un po' come i cantastorie di una volta che poi, nel raccontarle, cantavano accompagnandosi con una mandola. Io questo non lo saprei fare! Quindi mi aiuto ponendo una serie di accenti per aiutare il lettore a "dare la giusta cadenza" alla parola scritta. Per recitare una poesia non basta la metrica, tantomeno la rima, occorre la musica! Per questo gli antichi dicevano che una poesia va de-cantata!" (l'autore)