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CONNESSIONE DELLE SCIENZE MORALI E NATURALI

CONNESSIONE DELLE SCIENZE MORALI E NATURALI
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
30/06/2019
EAN-13
1230003300466

Descrizione

CONNESSIONE

DELLE

SCIENZE MORALI E NATURALI

DISCORSO

LETTO

dal

Prof. IGINO COCCHI

Igino Cocchi (Licciana Nardi o Aulla, 27 ottobre 1827 Livorno, 18 agosto 1913) è stato un geologo e paleontologo italiano.

Laureatosi all'Università di Pisa nel 1852, collaborò inizialmente alla cattedra di zoologia retta da Paolo Savi. Ma la sua attenzione, auspice l'amicizia di Giuseppe Meneghini, si rivolse presto alla geologia. In tal senso costituirono importanza, nella sua formazione, i viaggi che effettuò in Francia e in Inghilterra (a Parigi e a Londra visitò, rispettivamente, la Société géologique e la Geological Society). Da qui osservò l'arretratezza della geologia italiana e maturò la convinzione della necessità di una carta geologica d'Italia, di cui allora era ancora priva. Il suo primo lavoro degno di rilievo, che fu pubblicato all'estero nel 1855, riguardava le rocce sedimentarie della Toscana.

Dal 1860, a Firenze, fu professore ordinario di geologia nell'Istituto di studi superiori pratici di perfezionamento e curatore della collezione di paleontologia del Museo di storia naturale. In questo periodo studiò i fossili di pesce e, entrando nell'alveo del dibattito sulla datazione dei reperti umani, cercò di confutare le tesi di Boucher de Perthes e di Lartet.

Nel 1863 è il primo ad analizzare i resti del cosiddetto uomo dell'Olmo, un reperto di ominide, forse il più antico Homo Sapiens italico, ritrovato in provincia di Arezzo. Questo ritrovamento si inserisce in un clima di dibattito evoluzionistico e aiutò ad approfondire il legame tra geologia e paletnologia come strumenti concertabili di indagine sull'evoluzione.

Per il progetto della carta geologica, con il sostegno di Quintino Sella e Felice Giordano, cercò di ottenere aiuti, logicistici e finanziari, dallo Stato, ma con scarso successo. Infatti, nonostante i decreti attuativi per la realizzazione dell'opera, non vi fu uno specifico impegno finanziario nel bilancio statale. Per ridare impulso al progetto dovette attendere il 1866: al geologo toscano, nominato presidente della sezione geologica della Commissione per l'Esposizione universale di Parigi (1867), fu dato incarico, infatti, di dirigere i lavori per la preparazione della carta. Nonostante il breve lasso di tempo a disposizione, l'opera venne realizzata (ma non pubblicata), pur se priva dei dati relativi ai terreni dell'Italia meridionale e insulare.

Nel 1867 venne istituito il Comitato geologico d'Italia, di cui Cocchi fu il primo presidente, impegnandosi in particolare nello studio dell'isola d'Elba. Resse la predetta carica fino al 1873, data in cui la convinzione di non poter raggiungere l'obiettivo di una carta geologica completa lo portò a lasciare l'insegnamento e ad occuparsi della direzione della Società per lo sfruttamento marmifero delle Alpi Apuane, che aveva studiato con specifici contributi, anche relativi alla val di Magra.

A fine secolo spostò le sue ricerche sul versante della climatologia, dell'idrologia e delle acque termali, studiando, in particolare, le sorgenti di San Gemini. Rimase, tuttavia, fortemente ancorato alla geologia, partecipando alla costituzione della Società Geologica Italiana, di cui fu eletto presidente nel 1887 e nel 1895. Fu anche socio dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia dei Georgofili.

Negli ultimi anni di vita, a seguito di un viaggio compiuto in Finlandia nel 1902, si dedicò allo studio della lingua e della letteratura finnica, tanto da pubblicare nel 1906(ed. Sinassi di Arezzo) la prima versione italiana del Kalevala, un poema epico finlandese, poi ristampato in due volumi nel 1909 (ed. di Città di Castello, con la prefazione di Domenico Ciampoli) e nel 1913 (ed. Casalanziana di Firenze).