La memoria è come un piatto di cous cous che si compone un pezzo alla volta aggiungendo ricordi, emozioni, sensazioni e mescolando il tutto nell'avvolgente semola del tempo. Così accade che un uomo, arrivato alla fine della sua giovinezza tempestosa, si metta a scrivere una lettera, una vera lettera, a un amico, per spiegargli come si cucina un buon cous cous e finisca per mescolare spezie e ricordi d'infanzia, verdure e pagine di Whitman, carni e immagini della sua amata Genova, del mare e di viaggi. Un racconto delizioso, saporito e speziato che colpisce il palato e il cuore perché l'arte del cous cous è come quella della vita: ci vogliono tempo e pazienza. E un pizzico di ironia.