Disertori è il primo romanzo non "di genere" pubblicato da Franco Ricciardiello. Ogni capitolo è scritto come un racconto a sé stante, nel quale i vari protagonisti assumono di volta in volta il ruolo di punto di vista. Il titolo è la libera traduzione italiana di un'opera del pittore scozzese Jack Vettriano, "The Runaways". Sono infatti due i luoghi letterari intorno ai quali ruota la storia: il primo è un gruppo informale di amici che si sono ironicamente denominati "Dopolavoro cinefili", e che dopo la serata settimanale in un cinema d'essai si ritrovano a casa di una di loro per parlare, scherzare, conoscersi; il secondo luogo è un locale chiamato Cafè Vettriano, le cui pareti sono illustrate con riproduzioni di opere dell'artista, che si trova vicino all'università della grande città del nord Italia in cui Disertori è ambientato.

La storia si svolge nell'ultimo mese d'inverno, quando i primi sintomi del cambio di stagione incoraggiano alcuni protagonisti a cercare nuove strade per i sentimenti. Alcuni hanno da poco interrotto una relazione e si sono chiusi come in letargo, altri fanno incontri inattesi che li costringono a pensare in modo nuovo alla propria vita.

Nei capitoli centrali, diversi eventi ruotano intorno a una mostra di pittura dedicata al ciclo di dipinti di Nastagio degli Onesti che Sandro Botticelli ha tratto da una novella del Decameron, grande avvenimento culturale cittadino dell'inverno in cui si svolge la storia; inoltre, il caso vuole che negli archivi di un convento siano state rinvenute copie delle illustrazioni che Botticelli stesso dedicò alla Divina Commedia.

I personaggi affrontano avvenimenti comuni o tragici, frequentano scuole di ballo o le lezioni dell'università, si scontrano con l'amore e con la morte, lavorano, escono la sera per divertirsi, cantano in gruppi musicali, vanno in palestra o al ristorante, e di capitolo in capitolo si procede verso l'epilogo: una grande festa di carnevale in un loft della zona industriale, durante la quale ognuno avrà di nuovo un momento da protagonista, incrociando sulla pista da ballo amore e delusione, desiderio e disillusione e facendosi forse una ragione per quanto non è riuscito a ottenere dalla vita.