Dopo un banale incidente Antonio si ritrova con un braccio in meno. Quella che doveva essere una tragedia sembra però rivelarsi una grande fortuna. A fronte di qualche piccolo impedimento pratico infatti la sua vita migliora sensibilmente, niente più lavoro, niente più Clara, che forse non aveva mai amato. Antonio rifiuta lo psicologo, desiderando solo godersi la sua nuova vita e la ritrovata libertà. Ma un'oscura procedura burocratica lo costringerà a ridisegnare i contorni della realtà rendendolo consapevole del suo dramma, che con illusoria ostinazione aveva continuato a negare a se stesso. Un "regalo" inaspettato dell'ospedale gli riconsegna ciò che credeva brillantemente dimenticato, e che ora ritorna nella sua vita per sconvolgerla ancor più dell'incidente stesso, rimettendo in discussione ogni certezza e ogni menzogna. Tutto quello che non aveva voluto vedere adesso si mostra spietatamente in una grottesca lotta con quella parte di sé dalla quale tenta disperatamente quanto inutilmente di liberarsi. Il sentimento ambivalente per quella scatola di cartone che custodisce un pezzo del suo passato lo trascina in un delirante percorso che lo porterà sull'orlo di un ventoso precipizio. E sarà proprio il suo vecchio amico, ormai ben alloggiato in frigo, a salvargli la vita.