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IL DECAMERONCINO

IL DECAMERONCINO
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
05/07/2019
EAN-13
1230003309018

Descrizione

IL DECAMERONCINO

di

Luigi Capuana

DAL LIBRO: Eh, lo sappiamo! esclamò un giovanotto, studente in legge, che si dava aria di scettico. Il buon marito fa la buona moglie, e vicerversa. Ma non è niente vero che tutti i proverbi siano provati.

No, rispose il dottor Maggioli non intendo dir questo. Forse mi sono spiegato male. Ecco: secondo me, uomini e donne ci conosciamo cosí poco, da formarci un falso ideale degli uni e delle altre. I nostri pregi e i nostri difetti, questi specialmente, non dobbiamo stimarli un'accidentalità del nostro organismo; ma accettarli quali sono insieme indissolubile per non crearci da noi stessi illusioni, che poi producono spesso tragici disinganni. Se le donne però potessero crearsi da sé gli uomini e gli uomini le donne, non riuscirebbero a farli punto diversi da quel che sono. L'esperimento lo ha dimostrato, e la filosofia da' la ragione dell'esperimento fallito. I filosofi affermano essere le idee una realtà, anzi la sola realtà. Le idee uomo e donna non le abbiamo foggiate noi, ma Dio o la natura, o non sappiamo chi; e se noi avessimo la potenza di attuarle come la hanno Dio, o la natura, o non sappiamo chi, arriveremmo soltanto a fare quel che hanno già fatto questi onnipotenti maestri .

Dopo una breve pausa, il dottore soggiunse:

Ho conosciuto un uomo singolare a cui la ricchezza, l'ingegno, la forte volontà permisero di cavarsi il capriccio di crearsi una donna...

Oh! Oh! urlarono tutti.

La vostra incredulità non mi stupisce riprese il dottore, calmo e col solito bonario sorriso su le labbra. Ma io non vi spaccio una teorica; voglio raccontarvi un fatto, avvalorato dalla mia testimonianza. Ho veduto, ho toccato con mano; e per quanto esso sia meraviglioso e quasi incredibile, non è meno vero. Nel maggio del 1881 incontrai a Londra un intimo amico che non rivedevo da parecchi anni; tornava allora dalle Indie.

«Che sei andato a fare colà?» gli domandai.

Rispose:

«Un viaggio scientifico».

«Da naturalista?».

«Per iniziarmi nell'altra scienza, nella Ragi-Yog».

Era la prima volta che ne sentivo parlare, e perciò chiesi spiegazioni.

Insomma, il mio amico, attratto dalle pubblicazioni occultiste della signora Blavatsky e del colonnello Olcott, era andato a Adyar, nella provincia di Madras; e, fatto il suo noviziato mistico, di sette anni, nelle solitudini del Himalaja, aveva ricevuto la comunicazione dei grandi poteri dell'antica occulta scienza indiana posseduta dai mahatma del Tibet, come dire dai grandi maghi, depositari gelosi di una scienza a petto della quale la nostra fisica e la nostra chimica, coi loro piú meravigliosi trovati, sembrano veri giuochi da fanciulli.

Da prima io credetti che il mio amico volesse divertirsi a mie spese; poi, di mano in mano che udivo le sue spiegazioni, cominciai a sospettare che fosse ammattito, sconvolto dalle astinenze, dai digiuni, dalle mistiche esaltazioni del suo noviziato di sette anni. Infatti aveva preso aspetto da asceta, magro, con barba e capelli già grigi, con lo sguardo vago e sbalorditivo di chi ha visto cose straordinarie, di un altro mondo, e non sa rendersi ancora conto se ha visto davvero o sognato.

«A che scopo tutto questo? gli dissi all'ultimo. Non era meglio che tu avessi continuato la tua vita di godimenti e di amori che la giovinezza e la ricchezza ti consentivano?».

«Appunto, un terribile disinganno di amore...».

«Volevo ben dire che non c'entrasse la donna!» lo interruppi.

«Ma ora sono sul punto di raggiungere la felicità suprema; potrò crearmi una donna a modo mio».