Nelle composizioni aleggia uno spirito cosmogonico che cerca e trova sintonie negli spazi profondi e siderali, nel passato e nel presente, nell'alba e nel tramonto. Fin dall'inizio si avverte una continua metamorfosi, un trapasso del soggetto che assume le sembianze della giovinezza, diventa donna, nutrice e fa germinare il tempo, lo umanizza per concedergli qualche distrazione. Seducente la sessualità attribuita con naturalezza ai personaggi cosmogonici: "l'orizzonte per gli sguardi dell'aurora sopporta il peso dei tramonti" e il giorno fa del mare il suo harem per "pollulare fino all'orizzonte". I versi si esprimono con i colori del mare, del cielo e diventano note musicali per un concerto dedicato all'anima. Anima insonne che vola con i gabbiani, raggiunge ogni dimensione e si impenna oltre i confini della mente. L'autore percepisce l'armonia degli universi, l'essenza esistenziale che risiede nel suo essere malato di esistenza. Col mare si danza, si cancellano orme, si ritorna bambini, si entra nella grande dimora, si fruga nella coscienza collettiva.