Come nasce l'idea di una "monografia"? Nel mio caso è nata per "pura passione" e opportunità di imbattermi nella casa editrice Aletti, con la quale ho iniziato a collaborare partecipando ai diversi concorsi che periodicamente vengono proposti. Ho sempre amato scrivere, l'ho fatto per puro hobby a livello personale, custodendo tutto quello che via via andavo esprimendo. Poi, la spinta, è arrivata con il pensionamento ed il "Pensiero di Commiato" consegnato alle colleghe, colleghi, parenti, amici ed amiche, intervenuti alla festa di pensionamento: sono stati proprio loro a "darmi la spinta" e convincermi a "rendere pubblico" il mio "lavoro segreto". Il pensiero si chiamava "Impronte" ed ecco il titolo della monografia che la casa editrice Aletti - che ringrazio - mi ha dato l'opportunità di pubblicare. Al suo interno si sviluppa un percorso introspettivo "intimistico" che mette spesso a "nudo l'anima" facendo emergere, a tratti, un vissuto esistenziale piuttosto duro. Vi è un "ordine cronologico" cadenzato, dove gli spunti caratterizzanti sono: eventi particolari, stati d'animo, riflessioni notturne (specie durante il periodo della pandemia e del lock-down) riferimenti "strettamente familiari". L'obbiettivo? Emozionare e far vibrare l'anima lasciando tracce... "Impronte".