"Iride corvino" è un romanzo di formazione, in cui emergono le danze dell'anima, durante le sequenze esistenziali immagazzinate dalla percezione fino ai meandri della coscienza nella creazione di una realtà mentale che si impone come la verità creduta. Un viaggio di crescita e di conoscenza di sé che attraversa le memorie dell'infanzia, per comprendere che siamo condannati all'incertezza e ci chiudiamo in regole morali per darci un'apparente sicurezza. Ma il confine fra il bene e il male è difficile da delineare. Ci restano i rapporti umani nella loro fragilità. Un romanzo atipico, filosofico, sintesi del viaggio dello spirito, diviso fra una vita sperata e immaginata e il vero che ci distoglie dal sogno. È diviso in una stanza della luce ed una del buio, una prigione fatta di più camere. Si chiude con i canti della mia Divina Commedia, la mia visione del peccato. Una riflessione umana sul concetto di errore e redenzione. Lo scopo è il pentimento perché ci dà la possibilità di superare i nostri limiti. Siamo fatti di tempo. Ma se qualcuno quel tempo ce lo togliesse? Cogito ergo sum. Penso, dunque sono. Il concetto di autodeterminazione. Ma quando cesso di pensare, ma sono pensato da altri... continuo a vivere? Se un giorno ci dissolveremo, questa storia deve pur restare.