In questa autobiografia, Favaretto racconta tre mesi di vita. Affetto da depressione maggiore e disturbo borderline, cerca conforto nell'alcol, negli psicofarmaci e nelle droghe, questo però lo catapulta in un baratro ancora più nero. Quando il suo alcolismo rende la propria esistenza intollerabile, decide di disintossicarsi ma, non riuscendo a fronteggiare le tremende crisi di astinenza, inizia ad assumere dosi massicce di benzodiazepine. Comincia quindi ad accusare tremendi disturbi psicofisico-fisici e viene ricoverato nel reparto di neurologia della sua città. Quando riprende "conoscenza" versa in uno stato vegetativo. I medici lo danno per spacciato: morirà o resterà una "larva subumana". Una volta dimesso, comincia il vero e proprio calvario. La sua famiglia stremata lo costringe a un regime di reclusione nella sua stanza. Brucia il desiderio di morte come unica via di uscita, alternato al grande amore per la sua compagna, unico suo conforto, ma che ora può sentire solo attraverso un telefono. Tutto sembra perduto, ma egli vuole vivere! E ora è qui a raccontarlo... L'inferno esiste, è qui, dietro la porta di ognuno di noi.