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LA LEDA SENZA CIGNO

LA LEDA SENZA CIGNO
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
02/04/2020
EAN-13
1230003789117

Descrizione

DAL LIBRO: Questo mi fu raccontato ieri, prima di sera, sul pontone piatto che la bassa marea lasciava in secco a poco a poco, mentre udivamo intorno bruire la vita nascosta delle sabbie e a quando a quando il chiù rammaricarsi nelle macchie litorali fiorite di ginestrelle e di giunchi marini, mi fu raccontato da Desiderio Moriar, squisitissimo artista ignudo di opere e di fama; il quale con me sa come nel vivere, ancor più che nel leggere, nulla valga quanto l'abito dell'attenzione.

Ma egli ha una voce che somiglia a una di quelle giornate torbide di marzo, tutte sprazzi argentini, ventate subitanee, rovesci d'acqua e di gragnuola, pause piene di melodia, dove le cose non nate sembrano aver più potenza che le cose già venute in luce. E questa sua voce passa per una bocca avida e scontenta come d'un bimbo ghiotto che con un soldo falso e gobbo s'indugi davanti alla vetrina del pasticciere. E su certe parole i suoi occhi bruni si muovono tra il battito dei cigli con una inquietudine che sembra accendere una stilla di sangue nell'angolo delle palpebre verso il naso, come quel tòcco vivo di cinabro che si vede in certi ritratti manierati; oppure talvolta pare che ritraggano a sé lo sguardo e galleggino su non so che acqua di sogno come due gusci lisci di nocciuola.

Né, veduto di fronte, egli è lo stesso uomo che si mostra di profilo: a una sensualità avventurosa, insofferente di costrizione ma intesa a scegliere pur nella sua subitezza, egli sembra volgendosi opporre l'abnegata volontà di chi senza fallo scopre il medesimo orrore vuoto sotto i più facili e i più difficili capricci della vita. Le sue belle mani, a volta a volta nervose come quelle del grande violinista tra archetto e tastatura o disossate e morbide come quelle del famoso sarto in punto di provare il vestito alla dama, con un gesto brusco fanno di tratto in tratto scrocchiare le dita parendo saggiare il tono dello scheletro celato. Allora certe rapide onde sensitive, palesandoglisi al pomello della gota, alla tempia, al mento, mi ricordano la pelle troppo fina dei cavalli di sangue e qualche volta anche il muso comico dei conigli.

Or che mirabile strumento animato per rilevar con un gesto, con un accento, con una pausa, con un cenno, con uno sguardo i valori delle cose visibili e invisibili!

Egli diceva iersera, per quel misto di fanciullaggine e di magìa: «La notte non è onnipresente e perpetua? Se chiudo il pugno, sotto il pieno meriggio, ecco, faccio la notte nel cavo della mia mano». Così, narrando, egli mi faceva sentire di continuo quella meravigliosa oscurità su cui si disegnano le forme e gli eventi, quella divina ombra che riempie la piega d'una gonna o la fessura d'un cuore.

Disperando d'imitare pur lontanamente l'arte sua viva, nel riferire taluno de' suoi racconti io mi studio d'imaginarmi che il caso sia seguìto a me medesimo.