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Le reputazioni

Le reputazioni
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30 punti carta PAYBACK
Brossura:
147 Pagine
Editore:
Feltrinelli
Pubblicato:
11/06/2014
Isbn o codice id
9788807030970

Descrizione

Javier Mallarino, disegnatore satirico che per quarant'anni ha fustigato la classe politica colombiana, si appresta a ricevere l'omaggio alla carriera tributatogli proprio dal governo. È la celebrazione del suo potere assoluto, del privilegio di poter orientare il corso della storia filtrando le versioni ufficiali, di poter smascherare semplicemente attraverso la deformazione dei tratti somatici la vera natura e le reali intenzioni dei politici. Ma quando un ricordo del passato, troppo sbiadito per poter offrire certezza, si insinua nel tempo del racconto, Javier Mallarino si ritrova a dover fare i conti con una memoria fallace e fragile, tanto quanto lo è la costruzione della reputazione, con una storia da ricostruire, con l'inquietudine che anche il passato possa continuamente cambiare.

La nostra recensione

Juan Gabriel Vásquez è un giovane scrittore colombiano che sta salendo, romanzo dopo romanzo, alla ribalta della nuova letteratura sudamericana, confermandosi autore di talento, sensibile e attento alle sfumature anche sgradevoli (e forse soprattutto a quelle) che danno forma e colore alla società. Non escluso il potere - politico e mediatico - che in un paese tormentato e difficile come la Colombia rappresenta da sempre il centro da cui si irradiano norme e prescrizioni e a cui ritornano proteste e tensioni. Le reputazioni è uno sguardo all’interno di questo perenne scontro, dove Vásquez isola in particolare l’ossessione per la memoria e le conseguenze imprevedibili dell’intreccio tra potere e immagine pubblica e privata a cui la società (non solo in una realtà estrema come la Colombia) sembra non potersi sottrarre. Il disegnatore satirico Mallarino assurge quindi a esempio di che fine può fare una reputazione; giusta o sbagliata che sia, la reputazione non è mai la verità (e qui la letteratura ci “sguazza” benissimo) ma è solo una presenza costruita e del tutto illusoria, per chi la osserva da fuori. In gioco c’è sempre e solo la vita privata ed è per questo che il protagonista è così attento a comporre questa illusione, che scava nella memoria come lo scultore in un blocco di marmo per trarne le forme che desidera e di cui si compiace. L’impaccio e il fastidio di Mallarino per quella vicenda che ritorna a scomporre l’illusione che in quarant’anni di luminosa carriera si era costruito rischiano di trasformare e ribaltare il passato, e con esso la reputazione e la memoria. Una reputazione, quella di Mallarino, che è andata formandosi come nuove pennellate che ricoprono una tela e si sovrappongono, nascondono senza eliminare, cancellano senza rimuovere. È la letteratura, regina della finzione, a cogliere con precisione le conseguenze a cui può portare un semplice sfregio nella tela, a riconoscere perfettamente la menzogna, la necessità della menzogna, la voluttà della menzogna che continua a ripetersi finché non diventa umiliante.
Antonio Strepparola