La protagonista nasce in Sicilia verso la metà del secolo scorso, cresce in un ambiente dove la vita va al rallentatore, in estate c'è sempre troppo caldo e in inverno non c'è quasi mai freddo. È una donna dalla vita apparentemente normale, da giovanissima subisce la perdita dell'uomo che ama e da quel giorno tutto cambia completamente. Il dolore sordo ma costante la stordisce inducendola a sbagliare, sposarsi, scappare dalla sua città natale in cerca di rifugio in un luogo lontano ma tutto risulta essere inutile perché il dolore è il suo inseparabile compagno di viaggio. L'unico suo conforto sono le due bambine che arrivano con il matrimonio. Passa circa 40 anni della sua esistenza a doversi difendere dagli attacchi della vita ma la sua grande personalità l'ha sospinta sempre in avanti anche quando la vita la spingeva indietro. Con profonde cicatrici nel cuore, un coraggio smisurato e l'assoluta determinazione a non far soffrire le sue figlie, è riuscita a non cedere alle avversità sempre in agguato dietro ogni angolo e ad accendere una candela cominciando a squarciare con quell'esile fiammella il buio fitto che l'avvolgeva. Questa donna coraggiosa insegna come l'impossibile può diventare possibile, che il dolore può tramutarsi in gioia e che nulla è mai veramente perduto. Il racconto, così come la vita della protagonista fino a ora, si divide in due parti contrapposte facilmente identificabili con il buio e la luce. Alla tragedia dei primi quarant'anni si contrappone in maniera netta la leggerezza degli anni successivi, con episodi quasi fiabeschi da "Mille e una notte"...