Stefano Rosella sembra abbandonarsi, come in un'esperienza estatica, dunque in un certo senso "attiva" e partecipe, alla ricerca dell'immagine perfetta, della metafora e del simbolo che meglio possano rappresentare questo suo vorticare interiore. Si muove tra le pagine in continua ricerca, come se il suo soddisfacimento poetico fosse un obiettivo che, appena raggiunto, è subito di nuovo lontano: la sua è una volontà necessaria, come se l'ebrezza della parola lo rapisse così tanto da non poterne farne a meno.

Stefano Rosella nasce a Milano poco più di trent'anni fa e si diploma al Liceo artistico "Umberto Boccioni" della stessa città. Dalla mamma sarda eredita l'amore mai pago per l'isola, il suo mare e le sue montagne, dove si dedica all'escursionismo, alla curiosità per la ruvidezza delle persone e al cibo semplice e genuino. Appassionato di sport, pratica calcio a livello agonistico per tutta l'adolescenza, successivamente si legherà al mondo del tennis. S'interessa di musica e arte, scopre nella lettura una ricca emotività che diventa poesia. È alla sua prima opera letteraria.