Recuperate dal ricco scrigno della lirica cinquecentesca, le rime del napoletano Berardino Rota, si dispongono in forma di canzoniere, sulla traccia dell'onnipresente libro di Petrarca, attorno al tema fondante dell'amore coniugale, che riflette la vicenda biografica dell'autore e della sua sposa, Porzia Capece, considerata nei due momenti in vita e in morte della donna amata. Il denso commento allestito per questa prima edizione critica delinea con precisione la variegata mappa culturale del retroterra poetico e letterario sfruttato da Rota nel suo temperato classicismo, a partire dalla linea Petrarca-Bembo, con un cauto recupero di Dante e la rivendicazione di una sorvegliata libertà di invenzione lessicale: l'alta lezione espressiva dell'umanesimo latino quattrocentesco con Pontano e Poliziano, il repertorio lessicale dei rimatori aragonesi, gli echi della lirica cortigiana d'Italia, meridionale e settentrionale, e le esperienze poetiche di Boiardo e Galeazzo di Tarsia, nonché tracce dell'"Orlando furioso" ariostesco.