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SONATINE BIZZARRE

SONATINE BIZZARRE
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
24/06/2019
EAN-13
1230003292983

Descrizione

ANTONIO FOGAZZARO

SONATINE BIZZARRE

DAL LIBRO:

Ma nel luglio di ciascun anno le cose cambiano e quei grandi Achei non possono a meno di seccarsi dei discorsi di questi piccoli italiani, i quali non parlano quasi più che di lingua greca, e ne parlano senza un riguardo al mondo, come se fossero in casa propria e soli. Forse qualcuno di noi piglia Calcante per Abramo, Ifigenia per Isacco, la cervetta per il caprone e si crede in casa di ebrei. Anche iersera, proprio ai piedi di Agamennone vi era un piccolo guazzabuglio di cappellini oscillanti e di ventagli battenti, con qualche piuolo mascolino nel mezzo, dove la lingua di S. M. era trattata del tutto senza complimenti. «Oh Dio, quel greco!» diceva una signora veneziana, nonna di un liceale. «Quel malignaso greco!»

- «La tasa, contessa!» esclamava la sorella d'un altro liceale con un consenso profondo. «È una lingua barbara, già» disse ossequiosamente un maestro di musica. Una mamma che ha due rampolli impaniati, uno in Platone e l'altro in Senofonte, non faceva che battersi nervosamente il ventaglio sul petto, mormorando con gli occhi rivolti al cielo: «Pori tosi, pori tosi!» E finalmente un'altra signorina focosa, capricciosa, con due occhi prepotenti, esclamò: «È poi anche una lingua ridicola! Quando mio fratello legge quegli sgorbi col professore non si sente che «ohi, cai, ahi, pai, tai, toi, e basta.»

«Signori» disse un grave Acheo dal muro «questa non mi pare convenienza.»

Cioè, disse niente, ma parve a me che avrei detto così anche dipinto.

«E Lei e Lei e Lei» sbuffò verso di me la signorina dagli occhi prepotenti, brandendo il ventaglio come una sciabola «perchè fa quel muso, Lei? Su, dica, fuori! A cosa serve questo greco?»

Serviva certo in quel punto a far vedere due bianchissime file di dentini da pipistrello.

«È più facile dirle, signorina, a cosa non serve. Non serve a ordinare un beefsteak a Corinto nè un gelato ad Atene; non serve a leggere romanzi; non serve a ornare la conversazione italiana; non serve per nomi eleganti di vivande; non serve per fare all'amore se non in qualche rarissimo caso; non serve per avere più facilmente un posto in diplomazia; non si richiede sempre per insegnarlo nei licei e nelle università e molto meno per pubblicare traduzioni di Sofocle o d'Eschilo; non serve finalmente alla professione del droghiere cui è chiamata una moltitudine di anime umane.»

«Allora» replicò la signorina, impavida «a che cosa serve?»

«Questo è un segreto» risposi.

***