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Trash europeo

Trash europeo
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Libro:
352 Pagine
Editore:
Iperborea
Pubblicato:
21/05/2013
Isbn o codice id
9788870915129

Descrizione

New York, Central Park, una donna elegante: "Quanto adoro l'Europa, l'antica Grecia, Socrate, Platone, wow, e i romani, così sensuali, Catullo, l'Italia, Dante a Firenze, meraviglioso, il Rinascimento, l'Inghilterra, Shakespeare! Tutti quei personaggi che si guardano dentro, e Dickens, ah, Dickens, il vecchio adorabile Pickwick, e Parigi, Baudelaire, il poeta solo nella folla elettrizzato dai passanti, e i russi, Tolstoj, Dostoevskij, tutta quella miseria, Cechov, con la sua eterna malinconia del troppo tardi. Gli irlandesi poi! Quel Leopold Bloom che vaga per Dublino in un solo giorno come una specie di Ulisse - tutto è sempre legato all'antichità!". L'uomo sulla panchina fissa il suo iPhone. La donna continua: "A proposito, c'è una super mostra di impressionisti francesi al MoMA, ti va?". L'uomo alza lo sguardo: "Lo sai che non sopporto il trash europeo". Seduto sulla stessa panchina, Hallberg sente che Trash europeo dev'essere il titolo del libro in cui narra la straordinaria avventura del padre raccogliendone l' eredità: dipinti, carte, fotografie, ritagli di giornali, un caleidoscopio di storie, dalla Garbo al neorealismo italiano a Blade Runner. Un patrimonio di arte e pensiero che non ha alcun valore economico, ma a cui un uomo speciale ha dedicato l'intera vita rifiutando il mondo del denaro e dell'apparenza. Un inno amoroso alla liberazione attraverso la conoscenza e la bellezza della cultura europea.

La nostra recensione

E’ quasi inevitabile che gli scrittori, giunti alla maturità, dedichino un libro alla memoria del padre. Spesso in quei racconti emergono rapporti conflittuali, incomprensioni e delusioni reciproche. Ma in questo libro dello svedese Ulf Peter Hallberg troviamo invece una sorta di altare laico innalzato al padre, in ricordo di un uomo straordinario non per le imprese compiute, ma per il  coerente rifiuto dei valori comunemente ricercati, come il guadagno e il successo. La famiglia di Hallberg non era per niente tradizionale, si manteneva con lo stipendio d’insegnante della madre, mentre il padre non ha mai lavorato: restava in casa a leggere, ritagliare articoli culturali e scrivere le sue osservazioni sui taccuini da cui il figlio ha tratto il materiale per il libro, ricostruendo l’eclettica mappa della cultura paterna, che univa letteratura, cinema, musica, storia e arte. Da Baudelaire a Gina Lollobrigida, da Kafka a Michelangelo, il figlio riprende i modelli paterni per farne i personaggi di una bizzarra affascinante scorribanda nell’immaginario europeo: “Credo nell’insensatezza del tutto – è una delle citazioni dai taccuini – ma nell’involontaria sensatezza dei dettagli”.
Daniela Pizzagalli